Preparo la cena, distrattamente ascolto alla radio le nuove misure per la chiusura del capitolo pandemia, e mi colpisce questa frase, ripetuta più volte, quasi un mantra: ” …è ora di tornare alla normalità…”
Mi fermo a pensarci. Bella frase, ma cos’è ora “normale”?
Qualche giorno fa ero alla stazione, aspettavo una coincidenza, ed all’improvviso mi sono scoperta a pensare: “quanta gente che confusione…mi sembra tutto troppo difficile… ma non posso tornare a casa e starmene lì bella tranquilla?”. Il pensiero mi ha colto di sorpresa.
Giusto il giorno prima avevo letto un romanzo, dove un signore ultrasettantenne subisce uno scippo e finisce in ospedale. Al rientro a casa non si sente più di uscire, di guidare, neanche per vedere i suoi amici.
Il parallelo fra le due situazioni (e soprattutto la differenza di età, ammetto) mi hanno fatto rialzare la testa. “Non ho mica settant’anni! Suvvia, prendiamo questo treno”.
Ma il pensiero c’è stato. Chiarissimo.
E’ questa la normalità ora? Questo alternarsi di emozioni che travolgono, l’incertezza, la paura che si insinua di soppiatto fra i pensieri, la rabbia che esplode improvvisa, la speranza che ondeggia come la fiamma di una candela…?